20/2/25 colonnello Kurtz Il disgelo tra Washington e Mosca apre la strada al disimpegno americano in Europa. L'espansionismo della Nato ad Est é stato bloccato. Mosca ha raggiunto il suo obiettivo strategico principale ed ha inflitto una sconfitta all'Alleanza Atlantica. Washington scarica le ricadute del conflitto sulle cancellerie europee. La Nato senza il coordinamento statunitense entrerà in una fase di redimensionamento. La ripresa delle relazioni diplomatiche tra Washington e Mosca spacca l'occidente. La nuova amministrazione americana provoca una ridefinizione dei rapporti di forza in occidente e destruttura i centri di potere a trazione progressista. Negli Stati Uniti il processo é già in corso,in Europa sarà inevitabile. L'unità dell'occidente non esiste più. L'establishment europeo potrebbe scegliere di continuare a sostenere Kiev e trasformare il conflitto nel Vietnam di Bruxelles. Le ricadute delle politiche sostenute dal potere europeo dal 2022 ad oggi impatteranno sul futuro del Vecchio Continente. Il fallimento politico-militare dell'occidente in Ucraina é alla base dell'azione diplomatica dell'amministrazione Trump verso la Russia. Kiev non ha più capacità offensive-difensive. La riscrittura delle aree di influenza in Europa é conseguente. 8/3/25 colonnello Kurz Londra-Parigi-Bruxelles dirigono Zelensky. Lo scontro ai vertici tra l'Europa liberal-progressista e Washington non é terminato. La spaccatura in occidente può divaricarsi. L'establishment europeo sfrutta Zelensky per garantirsi una leva negoziale verso gli Stati Uniti. Londra e Parigi non vogliono aprire negoziati con la Russia. Le cancellerie liberal-progressiste mirano a riportare Washington nella dinamica militarista ed a mantenere aperto il conflitto. L'Europa cerca di manipolare l'impianto di politica estera statunitense. Il nuovo indirizzo politico non allontana gli Stati Uniti dalle proprie responsabilità riguardo le cause del conflitto e la Russia dai suoi obiettivi. Washington non ha ancora presentato ufficialmente a Mosca una road map per un riassetto degli equilibri in Europa. La costruzione delle capacità offensive di Kiev ha coinvolto 3 amministrazioni compresa la prima presidenza Trump. Gli Stati Uniti sono stati e restano i maggiori finanziatori della guerra. Washington é tutt'ora parte del conflitto. Lo scontro ideologico tra Europa e Stati Uniti immobilizza l'occidente e lo immerge in una retorica inconcludente e manicheista. Ad oggi Washington scarica sull'Europa gli oneri del conflitto e genera il massimo profitto dalle criticità endemiche del Vecchio Continente Il Cremlino non considera l'asse anglo-europeo come interlocutore. Stati Uniti e Russia in un tavolo chiuso mirano a riscrivere nuove regole di convivenza geopolitica e di mercato tra occidente ed eurasia. Fine dell'espansionismo Nato e multipolarità sono già realtà. L'investimento tecnologico-militare-industriale evocato da Bruxelles non inciderà nella formazione della nuova cornice multipolare. L'Europa continuerà ad essere nel medio-lungo periodo un attore geopolitico subordinato al controllo americano. Strumentalizzare Kiev per ostacolare il percorso di disgelo tra Washington e Mosca potrebbe portare all'isolamento del Vecchio Continente. Le pressioni esercitate dalle cancellerie europee su Washington non cambieranno l'evoluzione dello scenario geopolitico. L'affermazione delle potenze euroasiatiche é un processo irreversibile come fu irreversibile l'ascesa della potenza americana agli inizi del XX secolo. La ricostruzione e la normalizzazione delle relazioni internazionali sulla base dei nuovi rapporti di forza é inevitabile. 13/3/25 colonnello Kurtz Kiev ed il suo sistema di alleanze non sono nella posizione di dettare condizioni. Mosca potrebbe accettare un allentamento della pressione militare solo in presenza di una road map che garantisca una soluzione alle cause strutturali del conflitto. Londra e Parigi decidono la postura di Kiev nel negoziato tra Mosca e Washington. Londra e Parigi mirano alla continuazione del conflitto. Una proposta negoziale che non tenga conto degli interessi di Mosca porterà ad un indurimento delle operazioni militari. L'asse franco-inglese appoggiato da Bruxelles vuole il dispiegamento di truppe occidentali sul campo di battaglia. La capacità militare anglo-europea non é strutturata per incidere nella guerra russo-ucraina. Londra e Parigi cercano di coinvolgere attori esterni. L'asse franco-inglese fa leva sulle ambizioni strategiche-commercidella Turchia di Erdogan per ottenere un appoggio militare fuori dalla cornice Nato. Ankara potrebbe barattare la propria capacità militare per allargare il corridoio commerciale nel mercato europeo. Mosca ha interesse a mantenere un canale diplomatico aperto con la Casa Bianca. Il disgelo russo-americano indebolisce Kiev e fragilizza l'alleanza occidentale. Washington aumenta la leva negoziale e la capacità d'influenza sullo scenario. La politica di riarmo sostenuta dalle cancellerie europee e da Londra mira a rinsaldare il rapporto con gli Stati Uniti. La postura mercantilista dell'amministrazione Trump fragilizza gli equilibri e rende volatile lo scenario. Mosca é cauta nel prendere posizione. 






